Nonostante i numerosi, ripetuti e sempre più gravi episodi di aggressione agli Operatori Sanitari, il Parlamento procede con lentezza nella definitiva approvazione del DdL Antiviolenza negli Ospedali. È urgente un cambio di passo per ridare dignità e sicurezza a chi presta il proprio servizio quotidianamente nelle strutture sanitarie del paese – dichiarano Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo Nazionale ULS-Unione Lavoratori Sanità.
Se poi, come successo a Napoli qualche giorno fa, la magistratura ritiene di archiviare un procedimento a carico di un individuo che aveva fratturato a stampellate il dito di un medico nel mese di settembre, motivando tale richiesta per la “particolare tenuità del fatto”, rischiamo veramente che oltre al danno si assista alla beffa di una violenza sdoganata. Invece chi lavora nelle corsie degli Ospedali, nei Pronto Soccorso e sul territorio presta un servizio importantissimo alla popolazione e deve essere tutelato di fronte a eventi di aggressività in qualunque forma, verbale e fisica.
Ogni giorno decine di migliaia di persone – ricordano i due sindacalisti dell’ULS – si rivolgono a quella che viene considerata l’unica struttura dello Stato sul territorio 24 ore su 24 che offre un servizio e che deve rispondere ai cittadini della mancanza cronica di personale, delle carenze strutturali, della diminuzione di posti letto, dei tempi di attesa non degni di un paese civile. Il rischio di insofferenze che sfociano in aggressioni verbali e fisiche aumenta come aumentano le necessità di salute di un paese sempre più anziano con bisogni sanitari crescenti. E’ altresì noto che la maggior parte degli Infermieri e dei Medici preferisce non denunciare perché purtroppo assuefatti da tempo a questo clima di violenza.
Riteniamo necessario pertanto – concludono Amato e Gentile– che si intervenga presto in maniera decisa contro questo fenomeno dilagante che, se non contrastato con norme severe e campagne educative nazionali, rischia di propagarsi ulteriormente fino a conseguenze prevedibili e non. Urgono innanzitutto assunzioni di personale sanitario dopo anni di blocco del turn over, implementazione dei posti letto, una campagna continua di comunicazione e sensibilizzazione nazionale per mezzo di media e stampa ed infine l’introduzione della procedibilità d’ufficio per tutti i reati previsti nei casi di aggressione/violenza/minaccia verbale e fisica ai danni delle Lavoratrici e dei Lavoratori della Sanità. La salute di chi lavora in Sanità è altrettanto importante quanto il diritto di ognuno di ricevere cure e assistenza sancito dall’art. 32 della Costituzione.