Quando si parla di uscita dal Commissariamento della Regione Lazio si pensa ingenuamente che finalmente i cittadini saranno curati in ospedali adeguati, medici infermieri e personale sanitario lavoreranno in condizioni dignitose e in numero adeguato a fornire assistenza e cura, le liste di attesa non saranno lunghe mesi e mesi. Si pensa ad un diritto alla Salute rispettato per tutte le fasce della popolazione, non solo a chi si può permettere la via del privato a pagamento.
Invece, segnaliamo che il Decreto del Commissario ad acta N. U00018 del 20.01.2020 “Adozione in via definitiva del piano di rientro “Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio Sanitario Regionale 2019-2021″ ai sensi e per gli effetti dell’art. 2, comma 88 della L. 191/2009, secondo periodo”. Modifiche ed integrazioni al DCA 469 del 14 novembre 2019 in esito al verbale del Tavolo di verifica del 27 novembre 2019” reca ancora la dicitura inequivocabile, anche ai più miopi e complici che si sono affrettati in congratulazioni e pacche sulle spalle, di Piano di Rientro.
Per semplificare ai plauditori della primissima ora, ma fedeli da sempre, significa che quanto patito dai cittadini del Lazio in questi lunghi anni per raggiungere l’equilibrio di bilancio continuerà ad essere patito.
Pessimismo? Vedremo.
Purtroppo fin quando la Sanità sarà nelle mani di ragionieri burocrati, considerata come un grafico a torta per mostrare statistiche e numeri ai media, ignorando volontariamente quanto sia improponibile considerare il bene Salute come un mero fattore numerico da inserire in tabelle, pazienti e Lavoratori saranno ancora le vittime nello scenario di “guerra” che si verifica quotidianamente nelle strutture del Servizio Sanitario Regionale. Provare per credere.