Se esiste una regola andrebbe rispettata e fatta applicare, in special modo se a vantaggio dei Lavoratori. In generale dovrebbe essere così, quantomeno secondo il parere di chi deve lavorare nelle strutture sanitarie (infermieri, tecnici, oss, ausiliari). La durata dell’orario di lavoro in Italia è regolata molto chiaramente dal D. Lgs 8 aprile 2003 e ss.mm.ii. in cui, altrettanto chiaramente, si definisce in 11 ore la durata obbligatoria del riposo e la durata della prestazione lavorativa complessiva giornaliera.
Invitiamo tutti i Lavoratori del comparto della Sanità privata ad una attenta riflessione su quanto si sta decidendo per il loro futuro sui tavoli di contrattazione/collaborazione tra AIOP-ARIS e Cgil Cisl Uil in merito alla durata del turno di servizio. Sembrerebbe che già siano state concordate deroghe per quanto riguarda la formazione e le riunioni di reparto, fattispecie che fino ad oggi erano ricomprese all’interno dell’orario di lavoro prestabilito dal turno, ma che potrebbero diventare prolungamenti orari obbligatori per tutti i dipendenti.
Se fino ad oggi i Lavoratori potevano essere formati e partecipare alle riunioni interne durante il proprio turno di lavoro, da domani se dovesse essere confermata tale deroga, saranno costretti a rimanere in azienda oltre il proprio turno per partecipare a quanto stabilito dai vertici aziendali.
Se una madre o un padre al termine del turno mattutino avesse l’impegno di andare a prendere i propri figli a scuola, fare la spesa, accompagnarli in palestra o quant’altro di normale vita extra-lavorativa, con tale deroga sarebbe costretta a subordinare la propria esistenza alle esigenze del datore di lavoro.
E chi al di fuori della prestazione lavorativa dovesse e volesse riposarsi, leggere un libro, andare a teatro, fare sport, fare riabilitazione o fisioterapia per il mal di schiena, assistere un disabile, preparare colazione pranzo e cena ai suoi cari, portare a spasso il cane, dovrebbe rivedere tutti i propri impegni in funzione dell’ organizzazione dei gruppi imprenditoriali padronali.
La formazione è un attività obbligatoria per legge, soprattutto quella sulla sicurezza sul lavoro. A tal riguardo il Testo Unico Sicurezza D. Lgs 81/08 all’art. 37 recita testualmente “La formazione dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti deve avvenire, in collaborazione con gli organismi paritetici, ove presenti nel settore e nel territorio in cui si svolge l’attività del datore di lavoro, durante l’orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori.”
E’ vero che in questo paese negli ultimi anni l’interpretazione creativa ha consentito un surplus di pensieri discordanti e variegati sui temi più diversi, ma la domanda che viene spontanea è ” Quale parte della frase “durante l’orario di lavoro” non hanno capito i contrattanti/collaboratori del rinnovo del CCNL Sanità Privata?”
Perché c’è la necessità di venire ulteriormente incontro ai padroni derogando sul sacrosanto diritto alla propria vita extra lavorativa, compreso il risposo dopo un turno di lavoro, e concedere la possibilità di trattenere infermieri, oss, tecnici e altri professionisti sanitari sul posto di lavoro invece di proporre ben altro, magari a favore dei Lavoratori?
Le forze in campo non dovrebbero comprimere i diritti o peggiorare le condizioni di lavoro, già disagiate, in un settore in cui il profitto e l’ottimizzazione delle risorse ( noi lo definiremmo sfruttamento) è quotidianamente presente. Solo chi non vuole vederlo non se ne accorge. Parliamo di strutture sanitarie che operano sempre ai minimi assistenziali, con accordi sindacali pronti al contenimento dei costi e alla flessibilità, con personale stanco e gravato di carichi di lavoro inumani. Forse qualcuna che legge si ricorderà di quando lavorava e doveva vivere il mobbing giornaliero, i colleghi umiliati, i diritti negati. Ma anche no, la lotta e la dignità o ce l’hai nel sangue oppure è meglio offrire ai direttori la propria bottiglietta d’acqua perché a temperatura ambiente (cit.).
In verità, a ben guardare, le catene sono ad oggi già disponibili e largamente diffuse. Le deroghe a quei pochi diritti rimasti ai Lavoratori sono di fatto catene virtuali che costringono le persone a rinunciare ad un pezzo importante della propria vita per mantenersi il posto di lavoro. Queste deviazioni consapevoli di diritti autorizzano le aziende ad avere accesso al dipendente in qualsiasi momento, relegandolo al concetto di schiavo per vivere.
Le catene quindi esistono, sono presenti nella vita quotidiana del turno di lavoro, non c’era bisogno di stringerle ancora.