Riteniamo inaccettabile che nel Servizio Sanitario della Regione Lazio dove mancano oltre 4000 Infermieri (centro studi Fnopi) invece che assumerli tramite la graduatoria aperta del concorso del Sant’Andrea si proceda ancora ad appaltare il lavoro ad agenzie interinali e alle cooperative. – dichiarano Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo ULS-Unione Lavoratori Sanità Roma e Lazio.
Nonostante i fuochi fatui da tempo accesi sulla trionfale uscita dal commissariamento della Regione Lazio è sotto gli occhi di tutti che in diverse ASL – proseguono i sindacalisti ULS – si continuano ad approvare delibere con gare al massimo ribasso per affidare i servizi di assistenza Infermieristica e di attività di supporto a soggetti privati. Come al Policlinico Umberto I di Roma (delibera 0001177 del 19.12.2019) dove si vorrebbe autorizzare una spesa triennale in tal senso per un importo di oltre 48 milioni di euro, nonostante risultino circa 7400 Infermieri che aspettano da mesi di entrare in servizio nella Sanità regionale dopo l’ultimo concorso espletato all’ Azienda Ospedaliera Sant’Andrea. Che si aspetta ad accelerare le procedure di assunzione degli idonei? Perché si continua a precarizzare il lavoro degli operatori sanitari? Il lavoro in appalto è una vergogna e l’analisi dei costi relativi dovrebbe mettere in guardia gli amministratori della cosa pubblica.
Il taglio dei posti letto unitamente al blocco del turn over del personale hanno depauperato di risorse la Sanità del Lazio in nome di un piano di rientro che ha di fatto reso nullo il diritto alla Salute per i cittadini. Sollecitiamo – concludono dal Direttivo ULS Roma e Lazio- il Presidente Nicola Zingaretti e il suo assessorato alla Salute a intervenire immediatamente per porre fine alla stagione dei bandi di gara per esternalizzare il lavoro degli Infermieri negli Ospedali, nel sistema di emergenza-urgenza e sul territorio. Si metta un punto definitivo con la Sanità in appalto e con i Lavoratori precari.