Nel 2014 venne messo un freno alla possibilità da parte dei lavoratori a ricorrere in giudizio contro il datore di lavoro in quanto, in caso di causa non vinta, il rischio di esborso economico era a carico del soccombente (quindi anche del lavoratore). Adesso la Suprema Corte ha deciso di dichiarare illegittimo l’art. 92 del codice di procedura civile, mutando e ampliando in tal senso i diritti di ogni lavoratore a poter far causa al padrone senza correre il rischio di dover pagare di tasca propria. Il principio espresso è condivisibile e corretto:
il lavoratore deve avere la possibilità di promuovere una causa senza poter conoscere elementi di fatto, rilevanti e decisivi, che sono nella disponibilità del solo datore di lavoro. Proprio quelli che spesso rischiano di determinare la sentenza finale
fonte: La Stampa